lunedì 19 novembre 2007

Da piccola

Da piccola non ero molto magra, delle più alte della classe sebbene adesso ho una statura mezza, ero curiosa, vivace e sapevo comportarme en classe secondo le mie professore. nel tempo libero giocavo con le mie amiche o con mio fratello( è anno e mezzo più piccolo di me, ho un altro fratello anche più piccolo, ma questo è 10 anni più piccolo di me e non ho compartito molti giochi con lui, anzi mi sono incaricata di lui). Ricordo siccome giocavamo con l´exin castillos e lo scalextric di mio fratello già prima di tutto il boom Alonso.
Il rapporto con i miei è stato sempre buono e mi ricordo moltissimo di una zia di mia madre, si chiamava Gloria, era bassa, magra, aveva i capelli bianchi e ricci e portava gli occhiali. Lei abitava con noi e quando mio fratello o io eravamo malati, lei ci raccontava strane e divertenti storie con cui ci intratteneva tantissimo. Parlava il valenciano e la storia suonava dolce e màgica magari perché il valenciano è una lingua derivata del romanze che si parlava già in queste terre per gli mozarabes e che è diventato qui nel valenciano attuale, una lingua che io porto nel cuore.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io ho il valenzano nel cuore. E' la lingua dei nostri cari e degli affetti. Io da piccolo abitavo a Valencia,ma in un quartiere che si chiama Marxalenes che era quasi un paese. La gente diceva: "vado a Valencia" e sembrava un grande viaggio. Io da piccolo giocavo tutto il giorno per la via. Giocavo anche con mio fratello, non avevano grandi pericoli allora. I giochi che facevamo erano la campana e a calcio. Le ragazze non giocavano mai con noi. A volte andavamo anche al fiume Turia che allora portava un po' di acqua. Era molto bello e divertente. L'estate le vacanze non esistevano. In tranvia andavamo alla Malvarrosa (la spiaggia di Valencia) a passare le giornate con i vicini e le mamme dei vicini. Mangiavamo tutti insieme e stavamo lì fino a sera. A volte a cena, scendevamo tutti per la strada, dato che avevano pochissime macchine (o forse nessuna) e mangiavamo per la strada con i nostri vicini e così io potevo giocare ancora con gli amici.

Jordi T. ha detto...

Anch'io porto il valenzano nel cuore. Forse è perché a Lleida parliamo valenzano del nord.

Pilar ha detto...

Mi piace questo de la lingua i el cuore. Io non avevo ascoltato il valenzano fino che sono andata a studiare magistero il turno di sera, i miei compagni erano dei piccoli paesi dove si parlava ma siccome io abitavo in città, mai l'avevo ascoltato prima e mi sono innamorata della sua musica e dolcessa. Ho imparato e goduto tanto leggendo i libri di Enric Valor. Anche mio padre aveva letto già al mettersi in pensione "Tirant lo Blanc" in catalano, si aveva fatto un dizionario particolare.
Affettuosi saluti compagni.

Jordi T. ha detto...

Ciao Pilar,
a me piace tantissimo il Tirant. Tutte le state lo rileggo, talvolta sdraiato sulla spiaggia.

Anonimo ha detto...

Ciao Carmen, benevnuta. Tu dove abiti?

Anonimo ha detto...

Ciao,disculpate il ritardo ma avevo problemi con internet.Abito a Petres,un piccolo paese vicino a Sagunto in cui è nata mia nona, mio nono invece è nato a Nules.