martedì 20 novembre 2007

Jordi da piccolo

Il post della mia amica Pilar mi ha fatto ricordare quello che mi hanno detto sul mio battesimo. È stato il giorno dell'Epifania di 1965 in una chiesa romanica del XII secolo, 9 giorni dopo la mia nascita. Mia mamma non è andata alla cerimonia perché non si era ancora ricuperata del parto. In quell'epoca di cattolicesimo esacerbato era più importante la salute spirituale del bambino che quella fisica della madre. So perché mi hanno nominato Jordi: mio padre si chiamava Joan, come i miei due nonni e anche il fratello di mia madre, che è stato il mio padrino. Il prete mi è battezzato come "Jorge Javier"; non so se ci ha aggiunto anche "de Todos los Santos"...

La foto di sinistra l'ho vista sempre a casa: avevo 20 mesi e me l'hanno scattata in uno studio fotografico. Le altre fotografie datano di 1967. Ci si vede la Rambla d'Aragó di Lleida e, alla fine, c'è la vecchia prigione della città, dov'è stata fucilata tantissima gente dagli vincitori della guerra di Spagna. Era una fortezza eretta con le pietre dell'antica muraglia di Lleida, distrutta nel 1861. Nel 1970, non c'erano già i prigionieri ma ci abitavano famiglie senza tetto immigrate in Catalogna dall'Andalusia e la Castiglia. Allora è stata abbattuta per costruirci la delegazione di Finanze dello Stato e un monumento franchista dove oggi defecano le cicogne e attorno ci dormono i nuovi immigrati senza tetto dal nord d'Africa.

I ragazzini che mi accompagnano sono mio cugino Víctor, alla mia sinistra, e Miquel un suo amico. Mi piaceva molto giocarci, ma erano un po' cattivi. Io avevo un tamburo con cui facevo dei belli concerti fino che un giorno loro hanno voluto sapere che cosa c'era dentro, e gli hanno fatto un buco. Così, la mia carriera musicale è finita...

Mi ricordo benissimo del giorno che ho compiuto 5 anni (è lo stesso giorno in cui è natta mia moglie) perché mi sono fatto la cacca a letto. Forse è stato un buon segno! Un altro giorno che ricordo di avermela fatta addosso è quello in cui gli astronauti sono arrivati sulla Luna per la prima volta.

A 6 anni, a scuola, mi sono fatto una brutta ferita al sopracciglio. Giocavamo in gruppi a spingere una gran porta di legno: un gruppo spingeva e l'altro (il mio) resistiva. Hanno vinto gli altri e la porta mi ha dato un grandissimo colpo alla testa. La stessa settimana, anche a scuola, ho scivolato contro un urinario e mi sono fatta una ferita nell'altro sopracciglio. Oggi ancora ho tracce di queste ferite di guerra...

In state andavo al paese dai miei nonni. Essi avevano un cagnolino, che si chiamava Bobi (un nome comune allora tra i cani catalani) è una gatta, che non aveva nome, ma la chiamavano Lo gat, cioè "il gatto". Penso che era una gatta perché a volte partoriva gattini, ma mia nonna li sacrificava e ciò mi intristiva molto. Il cane mi detestava tantissimo perché occupavo il suo posto al grembo di mio nonno, e un giorno mi ha morsicato. Mio nonno apprezzava molto quel cane perché era un regalo di una antica sua innamorata, cosa che non piaceva affatto a mia nonna. Ma questa storia allora io non la sapevo... Mio nonno, che era sopravvissuto alla battaglia di Annual, nella guerra del Rif, mi raccontava storie della Repubblica, dell'Esquerra di Macià e Companys e della CNT di Durruti e Garcia Oliver. Allora, io non capivo tutto ciò che lui mi spiegava ma ricordo che mia nonna li diceva "perché non stai zitto!". Nello stesso tempo, a scuola, imparavo un sacco di inni fascisti.

Quando avevo 8 anni è natta mia sorella, Gemma, e sono stato il suo padrino di battesimo. Giocavamo insieme e talvolta (spesso) litigavamo. Ero molto abile a farla impazzire. Lei mi picchiava ed io non mi potevo difendere molto perché era più piccola di me. Adesso andiamo molto d'accordo, però.

A 10 anni, a scuola nell'ora di ricreazione giocavamo a calcio. Eravamo due squadre, non equitative per quel che riguarda il numero dei giocatori, una era formata per quelli che parlavamo catalano –il Barça– e l'altra per quelli che parlavano spagnolo –il Real Madrid–, sempre più numerosa. Giocavamo senza regole, non esisteva il calcio di rigore né il fuori gioco e neanche il fuori campo. Le porte erano due pietre a terra. Io non ero molto bravo e perciò mi toccava sempre fare il portiere. Una volta, però, ho fatto un goal di rimbalzo e sono stato l'eroe della giornata. Vicino alla scuola c'era un campo senza case; allora era il limite nord della città, oggi n'è il centro. Lì, facevamo una guerra di pietre per occupare il territorio. Il fronte di guerra variava ogni giorno. Io ero più abile gettando delle pietre che giocando a calcio. Anni dopo, in quel luogo è stata costruita la prima EOI di Lleida.

16 commenti:

Pilar ha detto...

Che carino, Jordi.
Mi è piacciuto molto il viaggio per El Vilosell, non lo conoscevo questo paese. Sono i tuoi gatti, quelli delle immagini?
Anche sapere della battaglia di Annual, la mia mamma abitava di piccola a Reus e suo padre era andato a Marruecos e morì giovane della malattia che aveva portato per le penurie passate.
Bravo amico, a mia figlia anche piace molto il tuo blog, mi dice ha gioccato oggi all'apesso. Anche ho scoperto questa mattina il corso di francese. Sei un sacco di sorprese.
A presto.

Jordi T. ha detto...

Grazie Pilar,
non sono i miei gatti quelli delle immagini, i miei sono più carini. Ma la donna che appare a volte nel video è mia mamma. Il corso di francese era un po' nascosto. Ti è piaciuta la canzone che accompagna le immagini del video? Appare nel film "Manuale d'amore".

Anonimo ha detto...

La prima cosa che devo fare è presentarmi. Mi chiamo Ramon e sono allievo dell’E.O.I. di Sagunt (primo corso intermedio), collega di Pilar e Imma. Sono 6 anni più vecchio di te. Sono nato in un piccolo paesino dell’ “Horta Nord” (Massalfassar), a 10 chilometri di Valenza. Da piccolo, aveva anch’io un cagnolino che si chiamava “Bobi”, e dopo ho avuto un altro cane, molto carino chiamato “Llop”. Oggigiorno ho due cani , “Tro” e “Llamp”, una bella coppia che fanno una vera tempesta. Ricordo le partite di calcio alla scuola: c’erano due squadre, quella “dels pobles” che fra noi parlavano in valenzano , e l’altra , quella della “capi” che fra loro parlavano in spagnolo. Conosco i tuo lavoro a “Learm italian-Impariamo l’italiano”, di solito faccio qualche comprensione orale e anche alcuni esercizi di grammatica. E mi domando, ma tu dormi.? Vilosell è bellissimo, mi piace i vicoli e le case di pietra., le foto sono incredibili. Ah......la canzone la conoscevo e l’ascolto spesso nel CD della mia macchina. Un abbraccio. Ramon.

BEGOÑA ha detto...

Ciao Jordi, è molto carina la tua infanzia. Mi piace molto te foto e tutto che racconti. Ho visto anche il paese El Vilosell, io neanche lo conoscevo.
A me non piace avere dei animali, ma mi sembra carino l'affetto ai animali che sono nelle case.
Scusi, ma non scrivo molto bene.
Saluti.

Jordi T. ha detto...

Grazie Ramon e Begoña per leggere un testo così lungo,
sì, io dormo, ma non tutto il tempo che vorrei. È il tuo prof (di cui ho imparate tante cose) quello che non dorme. Pilar e Imma mi avevano parlato di te e delle vostre chicchere.
Begoña, siamo qui per imparare a scrivere meglio in italiano, ed è proprio [ri]scrivendo che se ne impara.

Anonimo ha detto...

E' molto carino il tuo racconto. I ragazzi facevate cose diverse di noi: tirare pietre, giocare a calcio. Che impressione ti dà vedere costruita una scuola dove vai a studiare, nel luogo dove giocavi da piccolo?

Jordi T. ha detto...

Ciao Sonia,
non è la stessa EOI di oggi, è la vecchia, che occupava le aule di una scuola di bambini. Poi è stata costruita la nuova EOI, in un altro quartiere della città.

Anonimo ha detto...

Jordi, tu che sei bravo con le pagine web, spiega a le compagne di ciudad real come si fa a mettere un link. Hanno provato a inserire alcuni ma repetono http (mi pare).

Jordi T. ha detto...

Certo David,
hai ragione. Ma mi sembra che il secondo link sia un po' speciale.

Anonimo ha detto...

Ciao Jordi, mi piace molto come scrivi, sembra un film. Hai provato o scritto qualche romanzo?

Saluti da Ciudad Real

Jordi T. ha detto...

Ciao Mariángeles,
grazie per i complimenti e scusami per averti fatto leggere il mio "rollo". Mi piace tantissimo scrivere [e riscrivere] sia in catalano, francese e adesso in italiano. Ma, in italiano ho bisogno di tantissimi risorsi che ancora non ho: il congiuntivo, i connettivi di subordinazione, ecc.
Quindici anni fa scrivevo nelle carte dei lettori dei giornali di Lleida. Poi, quando ho scoperto Internet ho cambiato la carta per lo schermo.

Pilar ha detto...

Fortunati noi che adesso possiamo godere dei tuoi scritti. Sei bravissimo, Jordi.

Imma ha detto...

bona sera Jordi:
Non preocuparti,questa volta scrivo in minoscola...
Veramente non so si sei " de todos los Santos"...
Veramente penso che sei " di tutti i compiuter" o " di tutti i gatti"
PUNETS. (in maiuscola)
Imma

Imma ha detto...

Scusatemi:
Buona sera a tutti perché finalmente siamo tutti chi leggiamo tutto...Sono questa Imma che secondo Jordi , insieme a Pilar, l'abbiamo fatto parlare...
Veramente vi dico che non mi piace lavorare ne scrivere come a loro..ma si volete parlare potete telefonarmi 963728977.
Un bacione
A presto
Imma

Pilar ha detto...

Ciao amici, non e vero questo, Inma e molto attiva e divertente ed impara e fa imaparare a tutto il gruppo, ognuno abbiamo un modo diverso di lavorare.
Benvenuta e ci vediamo presto.
Auguri a tutti.

Jordi T. ha detto...

Pilar ha ragione. Io, fino che ho conosciuto Imma ero quasi muto. Lei (insieme a Pilar) mi ha fatto perdere la vergogna di parlare in italiano.